settembre 26 2018 0Comment

Teatro Politeama, un progetto per il restauro e la messa in sicurezza

26/09/2017

L’associazione Balat, nata nel 2014, ha lavorato sul progetto preliminare, recepito da una delibera della Giunta comunale. A Palermomania.it l’ingegnere Giuseppe Amaro spiega come è nata questa idea e come si cerca di portarla avanti

Era il settembre del 2013, quando l’ingegnere Giuseppe G. Amaro, nato a Palermo ma residente a Torino, uscendo dal teatro Politeama, si fermò a osservare lo stato di degrado, constatando la mancanza di progettualità e l’inadeguatezza delle fonti di finanziamento.
Fu così che, riunito un team di esperti, istituzioni ed enti pubblici, si è proceduto con un primo studio per arrivare al progetto preliminare sull’intervento di riqualificazione del teatro. L’anno successivo nacque l’associazione culturale Balat, insieme all’ing. Amaro, con i soci fondatori Emanuela Tortorici, Michele Fronterrè e Simona Rostagno, avente lo scopo di promuovere in Sicilia progetti sostenibili volti alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale, anche attraverso l’impiego dei fondi comunitari.
Il progetto preliminare che prevede gli interventi interni del teatro Politeama è stato recepito dalla Giunta del Comune di Palermo il 24 aprile 2014 ed è stato anche portato a conoscenza della Regione Siciliana.

Il progetto in questione, che intende recuperare il teatro palermitano, si incentra in maniera particolare su alcuni punti quali: riqualificazione dell’acustica, polifunzionalità del palcoscenico, adeguamento impianti scenotecnici e climatizzazione, inserimento ascensori, riapertura del caffè, allestimento delle due sale per convegni, realizzazione di un ristorante nel piano di copertura e di un’area museale, restauro degli elementi decorativi interni, e, non per ultimo, l’adeguamento del piano di sicurezza e messa a norma delle vie d’uscita.

Palermomania.it, l’ing. Giuseppe G. Amaro, spiega alcuni punti del progetto.
«È vero che il Comune di Palermo, dal 2011-2012, ha in progetto di fare un restauro della parte esterna dell’edifico, infatti, per un certo periodo si sono visti i ponteggi all’ingresso della Cavallerizza. C’è quindi un progetto, finanziato dalla Cassa depositi e prestiti, per fare questo intervento. E di questo ha anche parlato Sgarbi, essendoci già i documenti progettuali, su alcune aree dell’interno. Questo è un progetto di riqualificazione, una scommessa di un palermitano che ritornava nella sua terra, di riuscire a utilizzare dei fondi comunitari disponibili, circa 30milioni, necessari per coprire i costi per la riqualificazione di cui necessita il teatro, sia dal punto di vista architettonico, sia dal punto di vista della tutela e della sicurezza. Il progetto è stato fatto, presentato, è stata anche creata l’associazione, attraverso la quale abbiamo ricevuto un finanziamento dal Ministero dei beni culturali per dare supporto al nipote di D’Almeyda che ha il suo archivio: daremo quindi la possibilità di digitalizzare la parte dei documenti che mancano per renderli quindi di dominio pubblico. Questo di realizzare il restauro del teatro Politeama è il mio sogno nel cassetto».

Come hanno risposto finora le istituzioni?
«Teoricamente in maniera positiva. Siamo riusciti a mettere attorno un tavolo, ragionare, e condividere soprattutto il progetto  anche dal punto di vista autorizzativo. Abbiamo spinto un po’, essendo andati a vedere, a suo tempo, la bancabilità del comune e tutti gli aspetti c’erano. Due anni fa, consegnammo al sindaco un progetto, uno studio di fattibilità, e così decisi poi di fare il progetto preliminare, in quanto è uno strumento che serviva poi per poter accedere al finanziamento, investendo così tempo e altre risorse. E poi, intanto, questo processo, si è arenato».

Come commenta le recenti polemiche tra Sgarbi e il Comune?
«Sono polemiche di chi, conoscendo, ha dato una risposta ai cittadini rispetto a una situazione. Lui, vedendo, si è accorto di quello che è lo stato dell’edificio, e che c’è bisogno di fare tante cose. Noi, abbiamo messo il nostro, e quando possiamo, lo facciamo provocatoriamente».

Intanto, si cerca di portare avanti, tra gli altri, l’obiettivo di costruire un modello che veda pubblico e privato insieme, che verifichi l’efficacia e l’efficienza operativa, e che possa essere un punto di riferimento di questo percorso, nonché un modello da esportare.
Riferimenti associazione Balat: sab@balatsicilia.it – emanuelatortorici@gmail.com

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