giugno 20 2019 0Comment

“Archingegneria” e contemporaneità

Giugno 2011

CATANIA – A dimostrare che si può fare architettura contemporanea in Italia, e che quello tra ingegneria e architettura è un matrimonio felice e riuscito, sono state le “archistar” protagoniste questa mattina del seminario di studi organizzato dall’Ordine, dalla Fondazione degli Architetti etnei e da Spazi contemporanei, che si è svolto alle Ciminiere. «Quello di Catania è il primo ordine professionale in Sicilia ad avere designato un delegato per l’architettura contemporanea, Michele Marchese, percorrendo la strada della modernizzazione – e dunque della riqualificazione – del capoluogo etneo, a partire proprio dal suo centro storico», come ha sottolineato il presidente Luigi Longhitano nei saluti iniziali.

Giuseppe AmaroCristina Pilara e Luciano Pia sono tre nomi importanti nel panorama internazionale: il primo – ingegnere, ex comandante dei vigili del fuoco a Torino – oggi collabora con i più importanti studi di architettura – tra questi Renzo Piano – come consulente per la sicurezza antincendio, nel pieno rispetto della contemporaneità, dimostrando «come l’ingegneria può aiutare l’architettura, superando i limiti posti da chi fa le norme pensando di destinarle solo alla realizzazione di case o di pollai», ha commentato Amaro presentando i suoi progetti, frutto di interdisciplinarietà e integrazione tra differenti competenze e professionalità.

Palermitana, giovanissima, da dieci anni vive in Francia e da ben cinque lavora a stretto contatto con Renzo Piano nel suo studio parigino: l’arch. Cristina Pilaraè la prova che i giovani talenti possono emergere. A dimostrarlo è il progetto presentato insieme all’ing. Amaro: la Torre grattacielo – nuova sede della San Paolo a Torino – frutto della sinergia tra le regole ingegneristiche e normative e il genio creativo dell’architettura contemporanea. Un’opera che nel 2013 diventerà un edificio di 26 piani, con aree d’uso socio-culturale aperte al pubblico.

 L’arch. Luciano Pia, infine, ha una visione onirica, geniale dell’architettura, sempre attento nella scelta dei materiali e al linguaggio dell’opera, come dimostrano i progetti presentati, fra questi “la Casa degli alberi” a Torino, esempio perfetto di bioarchitettura, unione suggestiva e nello stesso tempo tangibile di come il “costruito” possa fondersi con la natura.

 «L’evento di oggi è stato organizzato per lanciare un messaggio che ci sta a cuore – ha commentato il presidente della Fondazione Architetti Carlotta Reitano – cioè che anche in Italia finalmente si fa architettura contemporanea. Ci siamo soffermati sulla fire safety Engineering che soddisfa tanto l’esigenza di prevenzione e sicurezza quanto quelle estetiche e architettoniche».

 Hanno preso parte al seminario – moderato dall’arch. Marchese (Dipartimento architettura Contemporanea Architetti Catania)  – anche: Bruno Messina (professore ordinario Composizione Architettonica, facoltà di Architettura Siracusa), Vincenzo Sapienza (Fondazione Ingegneri Catania) e Sebastiano Greco dell’Associazione Spazi contemporanei.

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