gennaio 22 2018 0Comment

Buttanissima Sicilia

22/01/2017

Buttanissima Sicilia: Dall’autonomia a Crocetta, tutta una rovina.

Un libro-pamphlet, un j’accuse radicale di uno scrittore sempre sul campo, P. Buttafuco, e questa volta impegnato a dire il suo no deciso, irrevocabile, alle “cose” di Sicilia. Sul banco degli imputati la rivoluzione farlocca dell’attuale governatore, Rosario Crocetta, e lo Statuto d’Autonomia regionale da cui origina il malaffare e un costume politico che non può più essere accettato. La Sicilia sta affogando nell’indifferenza: per le spese, per il bilancio, per la mafia che a parole si combatte ma in realtà si lascia prosperare indirettamente, girandosi da un’altra parte e fingendo invece di guardare nella giusta direzione, che giusta non è. Lo aveva detto Sciascia, parlando di “professionisti dell’antimafia”. E poi ancora: gli “enti mangiasoldi”, il mare delle sovvenzioni che vanno e vengono, l’eccesso infernale di dipendenti pubblici, lo scandalo del Muos, il sistema di comunicazione militare approntato dagli americani: torri radio e antenne di diciotto metri per favorire la colonizzazione

Riportiamo un estratto che racconta la nascita dell’associazione B.a.l.a.t. fondata dall’Ing. G.G. Amaro:

“Balat è un’associazione culturale. Il suo ideatore e fondatore è Giuseppe Gaspare Amaro. Ingegnere, palermitano, quella di Balat è la realizzazione di un suo pallino, quello di voler “fare” in Sicilia, nella sua terra d’origine, lui che è nato e cresciuto a Palermo e che, da più di vent’anni, vive e lavora a Torino.

Di progetti importanti, che portano la sua firma, ce ne sono tanti in tutta Italia, ma quella di Balat è certamente la partita più difficile e più ambiziosa perché “fare” in Sicilia è, già, peccato. Se poi, “fare” significa rimettere a posto parte del patrimonio artistico dell’isola, “fare” diventa allora impresa (quasi) impossibile.

Beni artistici per un lavoro attivo sul territorio. Questo è l’esploso di B.a.l.a.t., in versione tutta lettere e puntini. Un soggetto capace di fornire gli strumenti necessari per la realizzazione di un progetto cantierabile che permetta il recupero e la valorizzazione di un sito di rilevanza storico-culturale a tutti coloro che, appunto, hanno a cuore un sito nel proprio territorio che si trova in condizioni di degrado o che meriterebbe il ritorno a un rinnovato splendore.

 

Tutto ha inizio qualche anno fa quando l’Ing. Amaro si stava occupando, per conto di un Istituto Bancario in Sicilia, della valutazione tecnica di progetti per i quali l’Istituto Bancario, gestore di un fondo costruito con risorse provenienti da Bruxelles, stava effettuando l’istruttoria. Tipicamente, si trattava di progetti proposti da comuni, ciascuno alla ricerca di finanziamenti per mettere ordine in qualche pezzo di territorio. Amaro si rende conto che la maggioranza di questi progetti non è ben strutturato, è debole e pertanto non nelle condizioni per essere finanziato. Uno dei morivi per cui, poi, molti dei fondi stanziati per il Mezzogiorno tornano a Bruxelles senza trovare impiego.

Nel settembre 2013, Amaro viene portato da un amico a visitare l’interno del Teatro Politeama a Palermo. “Ebbi un colpo al cuore,” così l’ingegner Amaro uscendo dal teatro.

[…]

…contribuire a renderla credibile sul territorio, locale e nazionale, in modo da poter intercettare l’attenzione di altri soggetti privati che, oggi, attraverso interessanti strumenti d’incentivazione fiscale messi a punto dal ministero dei Beni culturali, possono sostenere iniziative di questo tipo con enormi vantaggi per il patrimonio culturale del paese.

Balat deve essere un veicolo che promuove lo sviluppo dei progetti, ma le idee, le proposte devono venire dal basso. Da singoli, da privati, da enti, da giovani professionisti che pur avendo buone idee o non hanno i mezzi o non hanno ancora tutte le competenze per coprire tutte le aree d’intervento che un progetto di riqualificazione richiede.

Il consiglio direttivo di Balat, periodicamente, si riunisce e delibera quali delle proposte ricevute ritiene prioritarie. Per le proposte selezionate procede allo sviluppo dei relativi studi di fattibilità affidando l’incarico a un team che viene scelto in modo da coinvolgere il più possibile le forze attive sul territorio, favorendo ove possibile le sinergie con le università dell’Isola, attivando e sostenendo ad esempio borse di dottorato.

In funzione delle risorse disponibili, solo alcuni degli studi di fattibilità possono essere sviluppati nei relativi progetti preliminari. Solo allora, una volta che i progetti sono condivisi con i soggetti che del sito oggetto del potenziale intervento detengono i diritti residuali, si procede alla presentazione delle domande per l’accesso ai fondi che ne possono coprire i costi di realizzazione, in particolare a quelli stanziati dai programmi dell’Unione Europea. Una via virtuosa, dunque, dove tutto il territorio ha da guadagnare.

Anche perché il pubblico va sempre più supplito e sussidiato. Non solo in termini economici e finanziari, ma anche e soprattutto dal punto di vista operativo, impaludato com’è nell’aggrovigliata selva di sovrapposizioni di enti e di competenze, di leggi e di procedure.

Vittima di una condotta sbagliata, per non dire tragica, della politica che, non solo in Sicilia, ha operato e opera come un grande ufficio di collocamento smistando intere generazioni all’interno delle organizzazioni degli enti locali, provinciali e regionali cresciute senza criterio come neoplasie. E non riesce più ad autosostenersi.”

 

da books.google.it